Questa domanda mi viene fatta almeno tre o quattro volte al giorno e capisco che c’è bisogno di approfondire questo argomento.
La coordinazione genitoriale è un contratto privatistico sottoscritto da entrambi i genitori e spesso vidimato anche dai loro difensori. Il metodo prevede che la parcella sia suddivisa in parti uguali ad entrambi i genitori ed il costo è sostenibile.
Il primo incontro con entrambi i genitori è gratuito ed oltre al consenso informato si individuano, a grandi linee, gli obiettivi che si posso raggiungere.
Nella maggior parte delle volte in cui si individua la necessità di avvalersi di un professionista che usa il metodo della coordinazione genitoriale in maniera preventiva, ovvero proprio nei primi mesi di separazione o divorzio, è uno dei due genitori, in maniera autonoma, che contatta il coordinatore e che chiede aiuto per sensibilizzare l’ex coniuge a poter avviare il percorso. Nella mia esperienza la proporzione è il 70% sono madri e il 30% sono padri.
La coordinazione genitoriale si colloca all’interno delle ADR (metodi alternativi di risoluzione delle controversie) ed è un metodo a cui si può ricorrere sia in maniera preventiva sia in maniera riparativa, ovvero anche durante il procedimento giudiziario.
l’ideale è lavorare in maniera preventiva, sebbene sia un pò più faticoso per i genitori perché i primi mesi sono per tutti molto difficili ed il conflitto non ha confini, i risultati sono molto soddisfacenti perché raggiungendo degli accordi concreti sui i minori, gli adulti imparano a contenere entro certi limiti la lite e le motivazioni della separazione o divorzio escludendone fin da subito i figli.
Nell’utilizzo del metodo in maniera riparativa il coordinatore genitoriale subentra anche dopo anni dall’inizio della separazione e spesso succede che i minori abbiano già avuto dei danni dal conflitto dei genitori. Questo porta a grandi fatiche per i figli e alla necessità di creare una rete con tutti gli operatori che negli anni sono stati inseriti nel conflitto (assistente sociale, psicologi, psicoterapeuti, scuola, attività extrascolastiche ecc.).
In ogni caso la coordinazione genitoriale non è un percorso terapeutico ma mette al centro i figli, non diminuisce il conflitto dei genitori ma lo contiene, li aiuta a trovare il loro piano genitoriale condiviso e insegna loro a comunicare per il bene dei minori.
l’avvio del percorso avviene in quattro modi: i genitori comprendono l’importanza di essere aiutati, sostenuti e guidati ed accedono di comune accordo al percorso mandandosi una richiesta autonomamente. Un altro modo è quello di parlarne con il proprio Avvocato ed, insieme, i rispettivi difensori trovano l’accordo per far seguire l’ex copia dal Coordinatore Genitoriale. il terzo modo è durante il procedimento in Tribunale dove è possibile chiedere al Giudice di poter accedere ad un percorso di coordinazione genitoriale, spesso sono loro stessi che lo consigliano quando si accorgono, dalle relazioni dell’assistente sociale, che l’ex coppia ha difficoltà a svolgere le funzioni genitoriali a causa del loro conflitto.
Da oggi è possibile anche utilizzare un quarto modo che è quello di invitare l’ex coniuge a leggere questo articolo.