Separarsi o Divorziare non è mai un passaggio semplice per nessuno. Perché è una scelta che cambia per sempre la vita, è una scelta che nasce da aspettative disattese o tradite e qualche volta è vissuta anche come un fallimento personale.
Dall’amore si passa all’odio, al rancore e alla ricerca di vendetta. Questo rappresenta un importante momento che non va vissuto “di pancia”.
Qualunque azione della nostra vita è caratterizzata da scelte consapevoli che nascono dalla fusione di informazione e determinazione. E’ così su tutti i campi dagli studi alle attività sportive, dall’acquisto di una casa o di una macchina alla nostra salute ma possiamo declinarlo per qualunque scelta dobbiamo fare o abbiamo fatto.
Eppure esiste una cosa che facciamo senza fermarci a riflettere o senza avere le giuste informazioni per prendere una decisione consapevole pensando anche alle conseguenze per noi, per i nostri figli e per i nostri parenti e amici. E’ proprio la separazione o il divorzio giudiziale che intraprendiamo accecati dalla nostra sicurezza di aver ragione e dal nostro rancore verso la persona che fino alla sera prima abbiamo amato.
la separazione deve essere decodificata esattamente come un lutto. L’elaborazione passa quindi da una prima fase che è quella della negazione e dei sensi di colpa dove si cerca di fuggire dal dolore, la seconda che è la rabbia che accompagna quasi sempre una perdita importante perché anche nella separazione si sentirà una sensazione di vuoto e di solitudine. La terza è la fase della consapevolezza che porta anche la paura della depressione ma ci porta verso la fine del percorso.
Non ci sono scorciatoie possibili per l’elaborazione di una separazione: ciascuno di noi deve attraversare (e superare) tutte le fasi e trovare i propri tempi e le proprie modalità per arrivare ad una piena accettazione dell’evento.
Questa premessa mi serve per far capire al lettore che fare questo percorso prima di iniziare qualsiasi procedura giudiziale potrebbe portare ad una separazione serena, non conflittuale e consensuale.
Detto questo arriviamo al nocciolo della questione: la prima cosa che devi sapere è che i tempi della separazione giudiziale sono lunghissimi. Potrebbero volerci anni. A nulla serve la “procedura d’urgenza” perché vale solo per le disposizioni temporanee (mantenimento, casa, collocamento e diritto di visita).
Queste disposizioni potranno essere modificate e diventeranno definitive con la sentenza. Per arrivare alla sentenza tuttavia ci vorranno alcune udienze (fissate a sei/sette mesi di distanza l’una dall’altra), il Giudice potrebbe avvalersi di un ausiliario e chiedere una consulenza tecnica d’ufficio (CTU), la CTU potrebbe chiedere incontri e test aggiuntivi per approfondire la situazione perché spesso i vissuti della ex coppia sono così contrastanti tra di loro che diventa complesso per tutti farsi un’idea chiara e precisa.
La seconda cosa davvero importantissima da sapere è che tu vai in Tribunale per cercare giustizia (o alcune volte “la tua giustizia” che già è una visione differente e distorta). Non troverai giustizia ma equità. Molto spesso all’ingresso dei tribunali è possibile vedere la raffigurazione di una donna bendata (la dea greca Dike) che regge in una mano la bilancia e nell’altra una spada. Questa immagine unitamente alla frase “la legge è uguale per tutti” ci deve far capire che è la norma, l’articolo, il codice che è uguale per tutti. La giustizia è un altra cosa. Solo in alcuni casi giustizia e norma coincidono. Tienilo bene a mente perché altrimenti uscirai dalle udienze e dal percorso con una grande frustrazione perché si sono generate delle aspettative non reali.
La terza cosa è a mio vedere la più importante perché, nel caso di grande conflittualità, il Giudice potrebbe decidere per l’affido dei figli agli assistenti sociali. Questo per tutelarli e, come ausiliario del Giudice, l’Ente affidatario può intervenire tempestivamente nei casi più gravi ma anche qui sempre nei limiti del mandato conferitogli (ci sono diversi livelli di affido all’Ente, dalla sola vigilanza all’affido totale).
Qual’è dunque la procedura migliore? il mio suggerimento è quello di dividere in fasi la separazione: la prima cosa è l’elaborazione della separazione perché questo non solo ti aiuterà a togliere rancore e ricerca di vendetta ma farà in modo che tu cominci a vivere la tua nuova vita. La seconda cosa è quella di rivolgervi subito ad un coordinatore genitoriale che vi aiuti entrambi a trovare un piano genitoriale condiviso e vi insegni a togliere i vostri figli dal conflitto, questo escluderà anche il rischio che il Giudice decida di affidare i figli ai servizi sociali. L’ultima fase è quella dell’analisi complessiva e, valutando costi e benefici, decidere se intraprendere una separazione giudiziale.
Anche decidendo di rivolgerti comunque ad un Giudice in Tribunale a questo punto il tuo conflitto sarà maturo e consapevole a beneficio di tutti, in primis dei tuoi figli.
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